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Viaggio tra le saghe. Vecchio Regno

Approfondimenti e recensioni sulle saghe fantasy/fantascienza per creare delle guide alla lettura e alla scelta. Decima puntata: la serie del Vecchio Regno di Garth Nix.

Per iniziare

Con l’uscita in Italia del secondo volume di questa saga, è arrivata anche l’occasione di trasformare quest’articolo in un Viaggio tra le saghe! Non mi piace farlo per quelle serie di libri non ancora complete, ma in questo caso tutto è stato pubblicato, anche se non tutto è stato tradotto. Ma andiamo con ordine, o qui non si capisce niente.
La saga del Vecchio Regno è composta da sei libri:

  • Sabriel
  • Lirael, ambientato quindici anni dopo Sabriel
  • Abhorsen, seguito diretto di Lirael
  • Clariel, prequel ambientato 600 anni prima dei libri precedenti
  • Goldenhand, seguito diretto di Abhorsen con ripresa anche di Clariel
  • Terciel and Elinor, prequel sui genitori di Sabriel

Ma non è tutto! Dopo Abhorsen c’è una short story, Nicholas Sayre and the Creature In the Case di cui Goldenhand è un seguito diretto. Esiste anche una novella, To Hold the Bridge: An Old Kingdom Story, slegata dai libri principali. La saga è terminata (Goldenhand è uscito nel 2016, mentre Terciel and Elinor nel 2021), ma prima del 2022 non era mai stata tradotta in italiano. Nel 2024, è stato pubblicato Abhorsen completando la prima trilogia in italiano.

La trama

Editore: Fazi – Collana: Lainya

Pagine: 348

Sabriel studia in un prestigioso college per sole ragazze non lontano dal Muro che divide il territorio di Ancelstierre dal magico e pericoloso Vecchio Regno, dove suo padre ricopre la carica di Abhorsen, il protettore che ha il compito di impedire ai morti di tornare nel mondo dei vivi. Da quando la famiglia reale è decaduta, i morti sono diventati sempre più forti e intrepidi, minacciando di sopraffare l’intero regno. Quando il padre di Sabriel viene imprigionato nel mondo della Morte da una pericolosa creatura, la ragazza si mette in viaggio per salvarlo. Lungo la strada, troverà come compagni di viaggio Mogget, un antico spirito costretto nella forma di un gatto bianco, e il giovane mago Touchstone, che verrà liberato da un incantesimo durato decenni ma rimarrà intrappolato sotto il peso di dolorosi ricordi. Ogni passo nelle profondità del Vecchio Regno li avvicinerà a minacce mai viste prima, che costringeranno Sabriel ad affrontare il proprio destino in una battaglia con le vere forze della vita e della morte. Chi proteggerà i vivi quando i morti torneranno?

Recensione

Sabriel

«Sono un negromante, ma non un negromante qualsiasi. Chi pratica quest’arte riporta in vita i morti mentre io, al contrario, li riporto al luogo del sonno eterno. E se non vogliono restarci, li costringo a farlo… o quantomeno ci provo. Sono Abhorsen.»

Sabriel è il primo romanzo dei sei che compongono la serie del Vecchio Regno, senza contare i vari racconti ambientati nello stesso mondo. Nonostante il libro sia stato pubblicato per la prima volta nel 1995 e sia già considerato un classico del fantasy, io ero riuscita a non averne mai sentito parlare. Fortunatamente, non è più così perché questo libro mi ha conquistata, lasciandomi mooolto curiosa di leggere anche i prossimi!
Ma, al solito, andiamo con ordine. La trama mi ha attratta fin da subito, e ha mantenuto le promesse: se si esclude l’elemento del presceltə, che comunque non viene sottolineato eccessivamente, è originale sia come partenza che come sviluppo, intrigante e molto centrale. L’autore, infatti, non perde tempo in chiacchere e fin dalle prime pagine ci mette davanti ad una narrazione veloce, diretta, senza troppi fronzoli (non credo di aver trovato delle descrizioni più lunghe di qualche riga), in cui la trama fa da padrone. Inoltre, in questo modo, la lettura scorre molto velocemente, senza mai annoiare, richiede solo un paio di capitoli per abituarsi allo stile rapido e frenetico di Nix.
Anche il worldbuilding ha un ruolo molto importante, sia per l’influenza sulla storia sia per lo spazio che gli viene dedicato: c’è un po’ di confusione iniziale, dal momento che lo stile scelto dall’autore porta a presentare come scontati molti aspetti, regole e informazioni del Vecchio Regno e di Ancelstierre, ma, man a mano che si prosegue con la lettura, i vari tasselli vanno al loro posto e, all’improvviso, ti ritrovi catapultatǝ nell’universo creato da Nix. Ho molto apprezzato la scelta di una protagonista giovane ma non alle prime armi con la magia, che sa quello che fa e deve fare, niente lunghi capitoli sull’addestramento. Anche se questo aspetto, ha influito su alcuni elementi, non fondamentali, come i dettagli del funzionamento della magia della Briglia, che, infatti, non sono stati molto approfonditi: “difetto” che ci può stare, considerato che parliamo del primo libro di una serie, il compito di chiarire questi aspetti è lasciato (spero) ai libri successivi.
Questa centralità della trama e del world building porta in secondo piano i personaggi, che risultano un po’ piatti e poco caratterizzati. Ma non mi sento di considerarlo un difetto assoluto del libro, principalmente perché appare come una chiara scelta dell’autore, sembra proprio non esserci la volontà di approfondire maggiormente i personaggi. Questo aspetto non ha avuto particolari ripercussioni sulla mia lettura, grazie alla trama coinvolgente e allo stile dell’autore, tranne per quanto riguarda la storia d’amore, che, oltre a essere un filo scontata, non è stata in grado di coinvolgermi. Di certo, se cercate una storia character-driven, con uno studio dei personaggi approfondito e dettagliato, questo libro non fa per voi.

Non avrei mai detto che un libro così poco incentrato sui personaggi mi potesse piacere, ma mi sbagliavo: con la sua trama intrigante e ben sviluppata e il world building originale e immersivo, Sabriel è riuscito a conquistarmi, lasciandomi il desiderio di saperne di più sul Vecchio Regno e la sua storia.

Voto: 8.5/10

Lirael

È il viandante a scegliare il sentiero o il sentiero che sceglie il viandante?

Grande cambiamento rispetto al primo libro: qui i personaggi sono maggiormente approfonditi e caratterizzati, oltre che più importanti per la storia. Infatti, l’autore si concentra molto di più sul destino, sulle conseguenti pressioni e su cosa succede se non ti senti preparato o adatto per il tuo. In questo libro, seguiamo due protagonisti, entrambi alla ricerca di sé stessi: Lirael è una figlia delle Clayr ma non le arriva il dono della Veggenza, Sameth in quanto figlio di Sabriel è il futuro Abhorsen, ma è terrorizzato dalla Morte e non vuole averci niente a che fare. La loro caratterizzazione è di gran lunga migliore di quella di Sabriel e Touchstone, forse anche troppo: verso metà libro ho iniziato a detestare Sameth, arrogante, presuntuoso, viziato, avevo il forte desiderio di prenderlo a schiaffi, meno male che c’è Mogget che spesso lo rimette al suo posto. Soggettività a parte, la vera evoluzione è di Lirael, che cresce e matura, prende coscienza del suo ruolo e delle sue responsabilità, mentre Sameth cerca sempre e solo di sfuggire al suo destino perché non vuole.
La lettura scorre piacevolmente e velocemente, come in Sabriel lo stile dell’autore è molto rapido e frenetico, anche se qui la storia lo è un po’ meno ma il contrasto funziona: non ci sono momenti di noia, neanche quando nulla accade. Anzi, Nix utilizza al meglio i momenti di ‘pausa’ per ampliare il worldbuilding, oltre che per veloci ripassi di quello che già dovremmo sapere dal primo libro. E che worldbuilding! La mia speranza che il funzionamento della magia della Briglia venisse approfondito nei libri successivi è realtà e niente, Nix ha creato un intricatissimo mondo ma super affascinante e ben fatto.
Se devo trovare un difetto al libro è che, una volta finito, mi è sembrato di riuscire a vedere la struttura della storia, classica e un po’ forzata. Mi spiego: la protagonista scopre convenientemente tutte le informazioni fondamentali per la sua missione finale, anche se ancora non lo sa, quando è in pericolo regolarmente avviene l’intervento della creatura magica sua compagna che la salva o che sa sempre come scappare, ha l’abilità giusta per riuscire a trovare la via di fuga. Non so neanche se si possa definire un difetto, però sicuramente in questo modo la storia appare piuttosto prevedibile e scontata, anche se non lo è.

Lirael è un seguito diverso, per certi aspetti migliore: i personaggi sono meglio caratterizzati e molto più importanti per la storia; il worldbuilding viene ampliato e vengono spiegate alcune cose dubbie e misteriose di Sabriel. La lettura è ugualmente piacevole e scorrevole, grazie allo stile di scrittura e alla storia, intrigante anche se un po’ prevedibile.

Voto: 9+/10

Abhorsen

C’è un tempo per morire, per tutto e per tutti. Qualcuno non lo sa, o vorrebbe rimandare, ma è una verità che non si può negare. Non quando guardi dentro le stelle della Nona Porta.

Brevissssimo commento al terzo capitolo di questa saga, perché c’è poco da dire in più. Parliamo di un libro molto particolare, è come se fossero sempre le ultime 100 pagine: quelle piene di colpi scena, battaglie e scontri, senza mai il tempo di prendere fiato. Rispetto a Lirael, infatti, è molto più incentrato su storia e worldbuilding che su i personaggi, già impostati nel libro precedente appunto, e proprio per questo non si ha la sensazione di distacco che invece si creava in Sabriel. Questi due aspetti mi hanno tenuta incollata alle pagine, curiosa di scoprire cosa sarebbe successo, quando, dove, come, perché. La storia in alcuni punti può risultare un po’ forzata, ma piccolezze, per il resto scorre liscia senza intoppi. Con questo romanzo, il worldbuilding è completo ed è davvero ben fatto, originale e intrigante.

Voto: 9/10