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Viaggio tra le saghe. GrishaVerse

Approfondimenti e recensioni sulle saghe fantasy per creare delle guide alla lettura e alla scelta. Prima puntata: le saghe del GrishaVerse di Leigh Bardugo.

Per iniziare

In Italia i libri pubblicati della saga sono quelli della trilogia Grisha, della dilogia Sei di Corvi e della dilogia Il re delle cicatrici. La trilogia è composta da:

  1. Tenebre e Ossa
  2. Assedio e Tempesta
  3. Rovina e Ascesa

La prima dilogia da:

  1. Sei di corvi
  2. Il regno corrotto

La seconda dilogia da:

  1. Il re delle cicatrici
  2. La legge dei lupi

Leigh Bardugo ha annunciato l’uscita di un terzo libro della serie di Sei di corvi, di cui si intuisce la trama dal finale di La legge dei lupi, ma non sappiamo altro.
Tenebre e Ossa è ambientato a Ravka, Sei di corvi a Ketterdam e Il re delle cicatrici principalmente a Ravka e Fjerda. Gli eventi della prima dilogia si svolgono due anni dopo quelli accaduti nel terzo libro, con molti riferimenti a personaggi e avvenimenti della trilogia. La seconda dilogia segue cronologicamente la prima, concentrandosi in particolare sui personaggi di Nikolai, Zoya e Nina.
L’autrice ha anche scritto Grishaverse – Le vite dei santi, la replica del Istorii Sankt’ya citato nei libri della trilogia; una raccolta di sei racconti legati al folklore del Grishaverse, La lingua delle spine, di recente tradotto anche in italiano; una graphic novel, Demone nel bosco, prequel sulle origini dell’Oscuro. Sono tutti volumi extra alla storia principale, da leggere una volta completata la saga.

La trama

Grisha

Editore: Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 240

L’orfana Alina Starkov non ha grandi ambizioni nella vita, le basterebbe fare al meglio il suo lavoro di apprendista cartografa nell’esercito di Ravka, un tempo nazione potente e ora regno circondato dai nemici, e poter stare accanto al suo buon amico Mal, il ragazzo con cui è cresciuta e di cui è innamorata da molto tempo. Ma il destino ha in serbo ben altro per lei. Quando il loro reggimento attraversa la Faglia d’Ombra, la striscia di oscurità quasi impenetrabile che taglia letteralmente in due il regno di Ravka, lei e i suoi compagni vengono attaccati dagli esseri spaventosi e affamati che lì dimorano. E proprio nel momento in cui Alina si lancia in soccorso dell’amico Mal ferito gravemente, in lei si risveglia un potere enorme. Subito viene arruolata dai Grisha, l’élite di creature magiche che, al comando dell’Oscuro, l’uomo più potente di Ravka dopo il re, manovra l’intera corte. Alina, infatti, è l’unica tra loro in grado di evocare una forza talmente potente da distruggere la Faglia e riunire di nuovo il regno, dilaniato dalla guerra, riportandovi finalmente pace e prosperità. Ma al sontuoso palazzo dove viene condotta per affinare il suo potere, niente è ciò che sembra e Alina si ritroverà presto ad affrontare sia le ombre che minacciano il regno, sia quelle che insidiano il suo cuore.

Sei di corvi

La trama non spoilera niente della trilogia precedente!

Editore: Mondadori – Collana: Fantastica

Pagine: 408

A Ketterdam, vivace centro di scambi commerciali internazionali, non c’è niente che non possa essere comprato e nessuno lo sa meglio di Kaz Brekker, cresciuto nei vicoli bui e dannati del Barile, la zona più malfamata della città, un ricettacolo di sporcizia, vizi e violenza. Kaz, detto anche Manisporche, è un ladro spietato, bugiardo e senza un grammo di coscienza che si muove con disinvoltura tra bische clandestine, traffici illeciti e bordelli, con indosso gli immancabili guanti di pelle nera e un bastone decorato con una testa di corvo. Uno che, nonostante la giovane età, tutti hanno imparato a temere e rispettare. Un giorno Brekker viene avvicinato da uno dei più ricchi e potenti mercanti della città e gli viene offerta una ricompensa esorbitante a patto che riesca a liberare lo scienziato Bo Yul-Bayur dalla leggendaria Corte di Ghiaccio, una fortezza considerata da tutti inespugnabile. Una missione impossibile che Kaz non è in grado di affrontare da solo. Assoldati i cinque compagni di avventura – un detenuto con sete di vendetta, un tiratore scelto col vizio del gioco, uno scappato di casa con un passato da privilegiato, una spia che tutti chiamano lo “Spettro”, una ragazza dotata di poteri magici -, ladri e delinquenti con capacità fuori dal comune e così disperati da non tirarsi indietro nemmeno davanti alla possibilità concreta di non fare più ritorno a casa, Kaz è pronto a tentare l’ambizioso quanto azzardato colpo. Per riuscirci, però, lui e i suoi compagni dovranno imparare a lavorare in squadra e a fidarsi l’uno dell’altro, perché il loro potenziale può sì condurli a compiere grandi cose, ma anche provocare grossi danni…

Recensione

Lo stile della Bardugo è molto scorrevole, soprattutto nella trilogia dove i libri sono tutti lunghi meno di 300 pagine la lettura fila che è un piacere. Se da un lato questo stile è un vantaggio, presenta, però, anche molti svantaggi: uno su tutti, la caratterizzazione dei personaggi risulta molto superficiale e frettolosa. Soprattutto Mal e l’Oscuro, ma anche Alina che, nonostante sia la protagonista, ogni tanto agisce in maniera contraddittoria con quello che sappiamo di lei, senza che questo abbia una logica. Il world building è invece molto ben fatto, con l’unico difetto del potere dei Grisha di cui avrei preferito sapere di più sulle origini (aggiorno dicendo che nelle serie successive l’autrice proverà a spiegare questo aspetto, ma rimanendo sempre molto vaga e poco chiara, il difetto rimane!). Inoltre, ha regole rigide ben precise che poi, in realtà, risultano molto più flessibili: il plot twist del “si può fare questo anche se le regole del potere non lo permetterebbero” può andare bene una volta, ma arrivati alla seconda/terza volta mi veniva da chiedermi il senso di fissarle delle regole.
Questo è anche uno, se non l’unico, difetto della dilogia che anche se ha meno Grisha protagonisti, riesce comunque ad usare di nuovo lo stesso plot twist. Ma, se si esclude questo, il resto è davvero spettacolare: nonostante i libri siano molto più lunghi (500 pagine circa), la scrittura rimane scorrevole e, anzi, grazie al maggiore spazio, la caratterizzazione dei nuovi personaggi è di gran lunga migliore rispetto alla trilogia, anche grazie all’utilizzo di più punti di vista. Considerato soprattutto che i sei protagonisti sono spesso tutti insieme nello stesso luogo, la continua alternanza dei loro punti di vista avrebbe potuto risultare fastidiosa, al contrario l’autrice riesce a gestirla in maniera equilibrata, senza mai annoiare o confondere.
Un mega punto a favore, per me, è il fatto che i sei protagonisti della dilogia non sono i classici eroi. Anzi, è proprio questo che rende molto di più l’idea del personaggio grigio, con luci e ombre al suo interno, rispetto al conflitto interiore dell’eroina della trilogia, proprio perché in quanto tale le sue decisioni risultano prevedibilmente quelle “giuste”, nonostante l’apparente conflitto. Il world building rimane il filo conduttore, dal punto di vista dello stile dell’autrice, tra le due serie, ed è, infatti, uno degli aspetti migliori dell’intera saga.
Nella seconda dilogia, si conferma tale: l’autrice arricchisce ulteriormente il world building facendoci scoprire molte più informazioni, tradizioni e usanze delle altre nazioni dell’universo Grisha (Fjierda e Shu soprattutto). Per altri aspetti, invece, c’è qualche calo di qualità, un ritorno ai difetti della trilogia che mi hanno un po’ deluso. Ma andiamo con ordine.
La dilogia Il re delle cicatrici dovrebbe essere incentrata sul personaggio di Nikolai, ma in realtà emergono molto di più altri personaggi, relegandolo a quasi un’ombra di colui che abbiamo conosciuto precedentemente. Soprattutto nel primo libro, Nikolai sembra più un cartonato con la sua faccia e qualche lontano eco della sua ironia: l’autrice prova ad approfondire maggiormente la sua caratterizzazione svelandoci alcuni elementi del suo passato, che ho molto apprezzato nonostante non ottengano il risultato sperato, come anche la love story tra lui e ****, forse un po’ scontata ma coinvolgente e ben fatta. Nel secondo libro, Nikolai sembra un po’ più sé stesso, recupera un po’ il suo carisma anche se rimane comunque più secondario rispetto a Zoya e Nina. Zoya è diventata uno dei miei personaggi preferiti (e non l’avrei mai detto!): leggere il suo punto di vista è stato molto interessante, oltre che illuminante, finalmente capiamo cosa c’è dietro il muro di freddezza della Nazyalensky; la sua evoluzione nel corso di tutta la saga è uno degli aspetti migliori. Il personaggio di Nina è stato un po’ altalenante: nel primo libro era al limite dell’OOC, nel secondo l’autrice corre ai ripari prendendosi del tempo per approfondirla meglio, ma comunque ho trovato lo stesso un po’ affrettate alcune scelte che la riguardano.
Il vero problema che ho riscontrato è stata la trama, molto complessa in senso positivo ma anche negativo: sono presenti continui riferimenti al passato (spesso impliciti, meglio aver letto gli altri libri da poco!) e alle sue conseguenze, dando l’idea di star leggendo un’unica lunga grande saga; ma la complessità si trova anche nell’aggiunta di una ventina di ostacoli diversi e inutili (*coff* il finale di Il re delle cicatrici *coff*), che spesso vengono superati all’ultimo minuto, con mega salvataggi in corner, che, oltre a essere un espediente piuttosto banale, toglie tutta la suspense; inoltre, per forza di cose alcune delle vicende vengono affrontate e risolte in davvero poche pagine, troppo frettolosamente. L’impressione generale è che tutta la storia sia un po’ forzata, l’autrice aveva in mente il percorso per i personaggi ma non una struttura solida per la trama. Non dimentichiamoci della immancabile presenza del plot twist preferito della Bardugo, il fatidico “in realtà il potere Grisha può fare altri triliardi di cose che fino a due righe fa erano considerate impossibili”, la possiamo definire la sua firma, ma non voglio dilungarmi ulteriormente su questo aspetto. Il finale tutto sommato salva capre e cavoli: chiude tutte le faccende in sospeso, lasciando aperto solo uno spiraglio come anticipazione sulla trama del terzo libro di Sei di corvi annunciato dall’autrice; i vari sviluppi dei personaggi raggiungono la loro conclusione, anche se sempre un po’ frettolosamente.

Trilogia Grisha voto: 7.5/10
Dilogia Sei di corvi: 9.5/10
Dilogia Il re delle cicatrici: 8-/10

Adattamento

Ad aprile 2021 è uscita su Netflix la prima stagione di Tenebre e Ossa, tratta dal primo romanzo della trilogia e anche dalla dilogia di Sei di corvi. La serie tv è stata poi cancellata in seguito alla seconda stagione (dopo averla vista, direi per fortuna).

L’adattamento degli eventi della trilogia è praticamente perfetto, non ho adorato il casting di alcuni personaggi (Genya, Zoya e Mal su tutti) e, per quanto sia felice di aver già visto Kaz, Jesper, Inej, Nina e Matthias, non mi è molto piaciuto come hanno intrecciato le due storie. Avrei preferito vedere le backstory dei sei corvi lasciandoli separati dagli eventi della trilogia, perché, così come hanno fatto, mi sembra che alcuni di loro perdano delle sfumature della personalità e, come detto prima, la caratterizzazione dei personaggi della dilogia è una delle cose che ho apprezzato di più di tutti i libri. La seconda stagione è stata, invece, un disastro: hanno mischiato eccessivamente le storie di trilogia e dilogia, anticipato eventi e colpi di scena dei libri successivi e cambiato il finale di Alina in maniera completamente senza senso e OOC. I corvi sono trattati malamente, soprattutto Nina e quel finale di Inej era quanto di più sbagliato potesse esistere, di nuovo uno stravolgimento dei personaggi allucinante. Ripeto, menomale che l’hanno cancellata.