Sotto la porta dei sussurri
Recensione del libro di TJ Klune, pubblicato da Oscar Mondadori. Trovate anche la playlist dedicata.
Alla prima tazza di tè, siamo due estranei.
Alla seconda tazza di tè, sei mio gradito ospite.
Alla terza tazza di tè, siamo una famiglia.
Mi sono sentita parte della famiglia ben prima della terza tazza di tè, questo perché la scrittura di Klune è infinitamente realistica ed evocativa: permette di immergersi totalmente nella storia, vedere quello che vedono i personaggi come se fossi davvero lì con loro. Anche la descrizione degli stessi personaggi è dettagliata e molto vivida, da Wallace ad Apollo il cane. Fin da subito sembra di conoscerli da sempre, di aver sempre vissuto in quella sala da tè all’apparenza traballante in compagnia di Nelson, Mei e Hugo. Il rimando a Dickens è molto evidente (il percorso di Wallace è grossomodo quello di Scrooge) ma con risvolti e un modo di raccontarlo che si discosta dalla tradizione, a tutti gli effetti originale. Klune introduce molti elementi di world building (mietitori, traghettatori, porte ecc.), importanti ma non troppo: il suo obiettivo non sembra mai essere la creazione di un universo fantastico con regole precise; infatti, il mondo in cui immerge i propri personaggi è spesso abbozzato, quanto basta per capire e seguire la storia. In questo caso, Klune ci presenta una sua idea di cosa succede dopo la morte, senza avventurarsi troppo in là nell’aldilà, si immagina un momento di transizione, tra la morte e qualunque cosa ci sia dopo, per aiutare i fantasmi ad accettare il loro destino e affrontare il nuovo inizio che li aspetta. Qui sta la particolarità del libro: non tanto nell’idea in sé, ma nel fatto che l’autore non soltanto racconta il lutto e il processo di accettazione della morte, ma guida ə lettorə e se stesso in questo percorso. Non vuole affidare una morale alla vita di Wallace come Dickens con Il canto di Natale, ma dare conforto e supporto a chiunque debba affrontare lo stesso dolore che ha dovuto subire lui, perdendo il suo compagno. E devo dire che ci riesce: come per La casa sul mare celeste, a fine lettura ti senti confortato e in un certo qual modo rigenerato. L’altro grande pregio di questo romanzo ( e direi di TJ Klune in generale) è la dolcezza e la pace che riesce a trasmettere nonostante i temi affrontati, non solo il lutto ma anche depressione e suicidio. Questo non vuol dire che sminuisce i problemi per mantenere un’atmosfera leggera, anzi ogni tema ha la sua importanza e gli viene dedicata la giusta attenzione, semplicemente l’autore è in grado di non perdere la speranza e la fiducia nel futuro al punto da trasmetterlo anche ə lettorə.
In questo libro ho apprezzato molto di più il trope della found-family, piuttosto della storia d’amore, un po’ telefonata ma non per questo meno dolce, anche se il tutto risulta meno sdolcinato de La casa sul mare celeste, in perfetto accordo con la diversa atmosfera del romanzo. Il finale mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Mi spiego senza fare spoiler: per quanto sia coerente con il resto della storia e con lo stile di Klune, avrei preferito che nell’ultima parte ci fosse meno build up a una fine che poi non c’è stata, messo lì solo per creare un plot twist di cui, a mio parere, il libro non aveva bisogno.
Sotto la porta dei sussurri riesce a trattare temi quali lutto, depressione, suicidio con realismo e dolcezza, riuscendo così ad essere di conforto, a dare speranza e a rigenerare ə lettorə. Che altro dire? Personaggi, ambientazione, scrittura. Tutto in perfetto stile Klune, senza troppe sbavature e con la giusta dose di dettagli e descrizioni che permettono di immergersi totalmente nella storia.
Voto: 9/10
Sotto la porta dei sussurri
di TJ Klune
Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fabula
Pagine: 408
Quando un mietitore va a prenderlo al suo stesso funerale, Wallace comincia a sospettare di essere morto.
E quando Hugo, il proprietario di una singolare sala da tè, si offre di aiutarlo ad “attraversare”, Wallace capisce che, sì, deve proprio essere morto.
Ma Wallace non si rassegna ad abbandonare una vita che sente di avere a malapena attraversato ed è deciso a vivere fino in fondo anche un piccolo scampolo, anche una breve parentesi di esistenza che, se vissuta pienamente, può farsi intera.
Dello stesso autore…
La casa sul mare celeste
Editore: Oscar Mondadori – Collana: Fabula
Pagine: 396
Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli “normali”, siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile.
Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell’ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un’isola remota, Marsyas, e stabilire se l’orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto.
Appena mette piede sull’isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto.